martedì 13 ottobre 2015

Centrotavola coi cachi

I cachi sono una frutta speciale nella mia vita non perché li ami particolarmente ma perché ci sono tante storie di bambine dietro di loro.

Quando mia madre era incinta di me mangiava un sacco di cachi e puntualmente si sentiva male.
Io i cachi li ho sempre detestati e mia madre ancora mi accusa dei suoi malesseri durante la gravidanza. Pur adorando gli alberi grimi di quei bei frutti colorati li ho sempre tenuti alla larga. Sarà che se becchi il caco sbagliato in bocca hai la sensazione terrificante di aver mangiato un cucchiaio di sabbia al sapore di cimice e questo da solo bastava a tenermi lontana da loro.

Quando ero incinta del mio fagiolino di poche settimane un giorno andai a fare la spesa.
Vidi una cassetta di cachi e per la prima volta in vita mia ho avuto voglia di mangiarli. Li ho comperati  e li ho anche trovati particolarmente buoni.
Dopo quella voglia di cachi ho pensato che fagiolino in realtà sarebbe stata una femmina, come poi è stato.

Ora, non so perché a me sia scattata questa associazione, una donna incinta ha un fiume emozionale dentro di sé, ma sta di fatto che ho mangiato cachi solo nel momento della gravidanza, poi per me sono tornati ad essere frutti belli e da guardare.
Restano però nel mio cuore. Sarà che ancora ricordo l'albero di cachi nel giardino di casa dei nonni, i cachi messi nelle cassette di legno in una stanza per essere conservati e soprattutto il momento più bello della mia vita.

So che il lungo preambolo fatto non c'entra molto con il post di oggi se non fosse che vi mostro un'idea a base di cachi, ma no? Ma questa storia volevo scriverla e ricordarmela.

Passiamo al post vero e proprio che trabocca di arancione tra cachi, dalie, ranuncoli e bacche.
Un punto a favore dell'arancione, colore per me difficile ma che ha la capacità di scaldare, di rendere una tavola accogliente e informale.


























Cosa serve per realizzare questo fantastico centrotavola?
Ecco la lista della spesa:
- un ramo di cachi,
- 8 cachi,
- un ramo di olivello spinoso,
- 3 rami di dalie arancioni,
- 2 rami di senecio ( sinecio cineraria o sinecio maritimus),
- 2 rami di ranuncoli arancioni,
- 1 ramo di burnia o brunia.
Oasi da fiorista, della plastica per isolare l'umidità dell'oasi dal contenitore che utilizzeremo per sistemare la composizione, forbici (da fiorista), filo da fiorista, carta stagnola, bastoncini da fiorista.

Detto così pare un'impresa titanica ma in realtà è molto più semplice di ciò che si pensa.
Primo: bagnare l'oasi. Riempiamo un contenitore con abbondante acqua e lasciamo che l'oasi assorba piano piano il liquindo. Mai , dico mai, parola di fioriste esperte, premere l'oasi verso  il fondo. Per fare le cose bene ci vuole un po' di pazienza e solo così riusciremo ad ottenere una spugna che ha assorbito uniformemente l'acqua.
1)Rivestiamo il contenitore con la plastica per isolarlo e 2) sistemiamoci l'oasi.
3)Rivestiamo con della stagnola l'oasi in modo che se poi qualche ospite vuole mangiare i cachi potrà farlo serenamente senza trovare pezzetti di oasi in giro.
4)Sistemiamo subito il ramo di cachi e di olivello spinoso per creare la base della composizione.
5) Infilare i cachi nei bastoncini da fiorista.
6) Sistemare i fiori posizionandoli ad altezze diverse.
Roteate la composizione mentre la preparate, in questo modo sarete sicure che sarà simmetrica da ogni punto di vista.








































Un risultato armonioso, rustico ma elegante, perfetto per un importante centrotavola autunnale.






















































via: sbchic.commichael and anna costa, florabundance.

Un rammetto di olivello spinoso diventa un piccolo segna posto.
In alternativa a dalie e ranuncoli via libera ai bellissimi ed economici crisantemi.




3 commenti:

  1. Stupendo! L'ho pinnato sulla Board Armonia e semplicità,non è semplicissimo ma fa pensare all'armonia.
    Grazie, Daniela

    RispondiElimina
  2. Stupendo! L'ho pinnato sulla Board Armonia e semplicità,non è semplicissimo ma fa pensare all'armonia.
    Grazie, Daniela

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